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Stevia, sai a cosa serve?

Quando si parla di Stevia è bene fare chiarezza: il genere Stevia appartiene alla famiglia delle Asteracee che comprende oltre 300 specie. La Stevia rebaudiana Bertoni è la più nota del genere.

Le conoscenze relative a questa pianta hanno origini antichissime: in Brasile, Sud America e Paraguai veniva impiegata fino da Precolombiano per dolcificare alimenti e bevande.

Questa pianta si è guadagnata l’appellativo di “erba dolce” grazie al fatto che le sue foglie sono ricche di glucosidi; in particolare: stevioside, rebaudioside A, rebaudioside B, rebaudioside C e dulcoside A che le conferiscono un potere dolcificante fino a 320 volte superiore rispetto al saccarosio. Il contenuto di questi glicosidi è variabile in relazione alla cultivar e alle modalità di coltivazione che dipendono essenzialmente dal tipo di terreno, il tipo di irrigazione impiegato e le condizioni climatiche.

Oltre ai glicosidi citati, la pianta si compone anche di proteine, lipidi, sterili, flavonoidi, terpeni, composti volatili, pigmenti e gomme.

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È un alimento sicuro?

In Europa l’impiego di Stevia nei prodotti alimentari è vietato perché alcuni suoi componenti sono stati ritenuti cancerogeni.

La Commissione dell’OMS sugli Additivi nei Cibi e il Comitato Scientifico dell’Unione Europea per gli Alimenti, ne hanno dichiarato la pericolosità se impiegata come additivo alimentare.

Negli Usa la DFA (Food and Drug Administration) aveva proibito l’uso di Stevia e di alimenti che la contenessero fino dal 1990. Sotto la pressione dei produttori nel 1995 fu autorizzata la vendita di Stevia come complemento alimentare, ma la commercializzazione come dolcificante rimane vietata.

Il 17 giugno 1999 la Commissione Europea vietò l’uso dello stevioside come edulcorante basandosi su una mancanza di dati scientifici inerenti al corretto uso della pianta; successivamente il 22 febbraio 2000, la stessa Commissione respinge la richiesta di autorizzazione all’immissione sul mercato di Stevia sia come alimento che come ingrediente alimentare, in virtù della normativa CE 258/7 sugli alimenti.

In Cina vengono prodotte elevate quantità di Stevia, che per la maggior parte vengono esportate, mentre l’uso locale resta limitato unicamente come dolcificante nelle bevande.

Attualmente è possibile trovare Stevia come dolcificante in caramelle, gomme da masticare, alcuni yogurt e gelati, se ne possono trovare tracce in te, sidro, alimenti secchi, cereali, dentifrici e collutori. Viene principalmente impiegata nella produzione di diet coke e soft drink, nelle barrette snellenti, sciroppi e prodotti farmaceutici.

Stevia come dolcificante

Potenzialità terapeutiche dello stevioside 

Nonostante i rapporti forniti e gli effetti mutageni e cancerogeni in parte dimostrati, lo stevioside viene spesso utilizzato nei pazienti diabetici come sostituto del glucosio, sfruttando il suo elevato potere dolcificante.

Studi condotti su questi soggetti ha portato alla luce che il rebaudioside A possiede azione insulinotropica importante che potrebbe essere utilizzata nel trattamento del diabete di tipi 2.

Studi effettuati sia sull’uomo che su animali, hanno dimostrato che lo stevioside e gli estratti di Stevia determinano un abbassamento dei valori della pressione arteriosa stimolando la vasodilatazione e la diuresi. Numerose evidenze sia in vivo che in vitro, hanno inoltre dimostrato che lo stevioside possiede inoltre un effetto anti infiammatorio.


Dott.ssa Fratoni Valentina:

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FONTE:

http://nutrizionista-salute.blogspot.it/2015/03/cosa-si-sa-sulla-sideremia.html

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