La primavera, si sa, porta un po’ di insonnia e da ritmi scombinati.
«Non a caso è stato scelto il 17 marzo come data per la Giornata mondiale del sonno: un evento annuale che ha lo scopo di richiamare l’attenzione sui disturbi connessi a un’attività che occupa un terzo delle nostre vite, ed è fondamentale per la salute e il benessere. In cinque punti curiosità sul sonno e i suoi benefici
Non è un vizio per persone pigre: una pennichella a metà giornata aiuta a rilassarci e ad arrivare alla sera più disposti al sonno notturno. Ma non deve superare i 15-20 minuti.
2.Le donne dormono poco più degli uomini.
Una mezz’ora in tutto: le donne tendono ad andare a dormire un po’ prima e si alzano poco dopo, secondo uno studio dell’Università del Michigan. Le donne risentono di più delle variazioni di luce e stagioni. Man mano che l’età avanza, abitudini maschili e femminili diventano più simili.
3.È vero che, quando non siamo nel nostro letto, dormiamo peggio.
Una ricerca svolta alla Brown University di Providence, USA, e pubblicata su Current Biology ha evidenziato che, quando dormiamo fuori casa, l’emisfero sinistro del nostro cervello è semi-vigile e più attento ai rumori. Per questo, quando si è in hotel, è frequente svegliarsi poco riposati.
4.Essere mattinieri o tiratardi è questione di genetica.
Sono state identificate dagli studiosi quindici regioni del DNA umano direttamente coinvolte nello svolgimento ritmi circadiani, quelli che fanno sì che alcuni di noi siano particolarmente attivi nelle prime ore del giorno e altri, invece, “ingranino” più tardi.
Negli ultimi 50 anni, si è registrata una riduzione media di sonno giornaliera di circa 1,5-2 ore ed è sempre più in aumento il numero di persone che soffrono di insonnia. La riduzione di sonno è causa già il giorno seguente di stanchezza, deficit di concentrazione e di memoria, disturbi dell’umore. Un problema che quando diventa cronico contribuisce ad obesità, diabete, ipercolesterolemia, depressione ed è tra le cause di disturbi quali infarto e ictus.
Dormire poco, a lungo danneggerebbe non solo le nostre abilità cognitive, ma anche il cervello. Mentre secondo una ricerca le persone che dormono meno di sei ore per notte affrontano un rischio più alto di avere un ictus rispetto a chi dorme di più.
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