Un “macigno” da 750 miliardi di dollari. È il peso economico dei disturbi dell’udito trascurati, che in un anno raggiunge una cifra pari al prodotto interno lordo di un Paese come l’Olanda ed è pari alla somma della spesa sanitaria di Brasile e Cina. Un impatto impressionante, che si stima superi i 21 miliardi di euro all’anno in Italia e i 178 miliardi di euro nell’Unione Europea. A lanciare l’allarme è l’Organizzazione Mondiale della Sanità che, in occasione della, sottolinea come sia il momento di agire contro i disturbi uditivi . Contrastare l’ipoacusia è infatti necessario per limitare gli impatti legati a isolamento e difficoltà di comunicazione, perdita di produttività sul lavoro e difficoltà scolastiche.
Una perdita uditiva trascurata può alzare barriere sociali, nel campo dell’educazione, del lavoro e in molti ambiti della vita. Nei bambini, ad esempio, l’udito è fondamentale per acquisire il linguaggio: i disturbi durante l’infanzia e l’adolescenza possono causare riduzioni nella capacità di attenzione e di concentrazione, difficoltà di lettura e di comprensione, con conseguenze negative sul rendimento scolastico[1]. Una gestione tempestiva dell’ipoacusia, invece, incide positivamente sulle capacità di apprendimento.
Anche negli adulti prendersi cura dell’udito può ridurre il rischio di isolamento e di depressione, che nelle persone che non sentono bene è due volte più alto rispetto a chi ci sente.
Infine, anche sul lavoro è necessario intervenire: le stime, infatti, indicano come una persona con difficoltà uditiva abbia il doppio delle probabilità di essere disoccupato.
I controlli periodici giocano un ruolo centrale nella riduzione dell’impatto dei problemi di udito, così come la diagnosi e gli interventi precoci: più di 6 casi di ipoacusia su 10 potrebbero essere evitati se venissero adottate adeguate misure preventive.