In occasione della giornata mondiale della consapevolezza dell’autismo, istituita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità 10 anni fa e celebrata in tutto il mondo il 2 aprile, vi raccontiamo che cos’è l’autismo.
L’autismo non è una malattia. Una malattia, infatti, prevede una diagnosi e una cura: dall’autismo invece non si guarisce. L’autismo è una sindrome: sarebbe meglio definirlo ‘sindrome dello spettro autistico. Ogni individuo affetto da autismo è unico e irripetibile perché esistono infinite combinazioni di questa sindrome. Facciamo un esempio pratico: gli autistici sono tutti come il “Rain Man” interpretato da Dustin Hoffman? No: alcuni hanno un alto funzionamento intellettivo, un QI addirittura superiore alla norma, altri invece hanno dei deficit. Alcuni bambini autistici a 10 anni dicono solo mamma, altri parlano.
I sintomi dell’autismo compaiono di solito prima dei tre anni, riguardano inizialmente difficoltà di linguaggio e di comunicazione, e un’apparente difficoltà di contatto emotivo ma le sfumature e i quadri di presentazione possono essere anche assai diversi, il che rende spesso anche assai difficoltosa la diagnosi.
Oggi si stima che in Italia una prevalenza attendibile del disturbo sia di circa quattro su mille bambini, con il disturbo che colpisce, per ragioni ignote, i maschi 3 o 4 volte più che le femmine.
Nonostante le ripetute smentite da parte della comunità scientifica, da anni continuano a circolare le voci che a causare l’autismo possano essere alcune vaccinazioni di età pediatrica, voci alimentate da una gran confusione. In un caso, sotto accusa c’è stato il vaccino contro il morbillo, ed è stato dimostrato che si trattava di una vera e propria bufala.
Sulle cause del disturbo c’è ancora molta incertezza. Si ritiene che ci sia una componente genetica, e i dati più recenti suggeriscono con sempre più forza la possibilità di un danno organico che si verifica nelle fasi di sviluppo del sistema nervoso. Uno studio ha per esempio osservato alcune anomalie nel cervello di alcuni bambini affetti da autismo, che farebbero propendere sempre di più verso l’idea che si verifichino dei problemi durante lo sviluppo fetale.Le terapie considerate più utili sono quelle di tipo comportamentale per migliorare la socialità dei bambini, e lo sviluppo della loro autonomia nella vita quotidiana, specialmente se vengono intraprese precocemente. Per altri tipi di intervento si ritiene non ci siano ancora le prove che funzionino. Nel 2011, l’Istituto superiore di sanità ha emesso delle linee guida sui trattamenti che hanno dimostrato una qualche efficacia, di cui si aspetta un aggiornamento entro il 2015.
Come gestire i bambini affetti da autismo, e soprattutto quali siano i percorsi migliori per avviarli a una vita il più possibile autonoma, rimane uno dei problemi su cui si interrogano la maggior parte delle famiglie dei pazienti, riuniti in numerose associazioni. Non sono rare le notizie di bambini isolati perché problematici e difficili da gestire, e la filosofia dell’inclusione di questi bambini nella scuola incontra non poche difficoltà, per non parlare della loro vita da adulti, quando il sostegno delle famiglie può venire a mancare.