“Fa che il cibo sia la medicina e che la tua medicina sia il cibo”
Ippocrate
40.000 miliardi, questo e’ il numero di cellule che costituiscono l’organismo umano adulto.
Si pensava che ognuna di loro vivesse di vita autonoma ed indipendente o al massimo, insieme ad altre cellule simili, si organizzasse in tessuti e organi; abbiamo poi capito le relazioni e le interdipendenze tra cellula e cellula ed il meraviglioso network che mette in relazione ogni cellula con tutte le altre; infine abbiamo compreso che siamo un sistema aperto cioè’ in relazione con l’ambiente esterno, fino a scoprire che l’espressione dei geni può’ essere influenzata da stimoli esterni.
E quando ormai iniziavamo ad avere qualche certezza su come fosse fatto e funzionasse il nostro organismo, abbiamo scoperto di non essere soli ma di ospitare un numero di batteri 2,7 volte maggiore di quello totale delle nostre cellule.
Quindi non siamo più solo organismo ma superorganismo.
Il superorganismo è una macchina perfetta, in cui una parte non prevale sull’altra (cellule e batteri) ma anzi ognuna è indispensabile per la propria controparte; una macchina nella quale la miscellanea di batteri svolge un ruolo essenziale e la cui continua variazione è sorprendentemente importante.
Le relazioni di simbiosi possono esprimere nuove potenzialità evolutive poiché grazie ad esse possono essere acquisite nuove vie metaboliche.
Si pensi, ad esempio, al ruolo che ha giocato HP (helicobacter pylori): meno di 20 anni fa si scriveva : l’unico helicobacter pylori buono è quello morto; bisognava affrettarsi a eliminarlo il più rapidamente possibile.
Dopo un decennio si è scoperto che HP non è né buono né cattivo, o meglio, può essere sia buono che cattivo in base alla sua carica e ai rapporti che esso stabilisce con gli altri batteri e con il nostro sistema immunitario.
Può essere causa di gastroduodeniti ma è anche fondamentale nel tenere sotto controllo la grelina dopo i pasti, affinché’ questa non continui a spingere su centri della fame.
Altro esempio può essere l’appendice considerata solo un vicolo cieco privo di funzione.
Scoperte recenti considerano l’appendice una riserva batterica ” di batteri buoni”.
In conclusione il sistema uomo è un ecosistema complesso in relazione con l’ambiente esterno, il cibo e i nutrienti possono interferire profondamente tanto in senso negativo (causa di malattia) quanto in senso positivo (strumento di cura).
Ippocrate,2500 anni fa, lo aveva capito perfettamente.
Noi siamo quello che mangiamo.
Dott.ssa Donatella Damone
Cardiologo
Studio medico
Via del Gallitello, 55 – Potenza